E vi fa pena che quella bellezza apparsa per un attimo sia svanita così in fretta e così irrevocabilmente e che, ingannevole e vana, abbia brillato davanti ai vostri occhi lasciandovi il rammarico di non aver fatto nemmeno in tempo ad innamorarvi di lei.Ī. Ma l'attimo fugge, il giorno dopo incontrate di nuovo lo stesso sguardo pensoso e distratto, lo stesso viso pallido di prima, la stessa sottomissione e mitezza nei movimenti e persino un certo pentimento, persino tracce di una tristezza mortale e di stizza per quell'effimero piacere. In qualche modo mi ricorda involontariamente quella ragazza tisica e deperita che voi guardate a volte con compassione, a volte con un certo affetto pietoso, a volte semplicemente non la notate neppure, ma che improvvisamente, per un attimo solo, in modo disperato, diventa inspiegabilmente di una meravigliosa bellezza, e voi, colpito e inebriato, vi chiedete inconsapevolmente: qual è la forza che dà un tale splendore, un tale fuoco a quei tristi occhi pensosi? Che cosa ha fatto affluire il sangue a quelle pallide gote incavate? Che passione si è riversata sui teneri lineamenti del volto? Per quale ragione il petto ansima così? Che cosa ha provocato improvvisamente la forza, la vita e la bellezza sul volto di quella povera ragazza, lo ha fatto brillare di un simile sorriso e ravvivare da una gaia e scintillante risata? Vi guardate intorno, cercate qualcuno, pensate di intuire. Un quinto – scuoterebbe soltanto il sonaglio di una carrozzaĮsiste qualcosa di inspiegabilmente commovente nella nostra natura pietroburghese quando, con il sopraggiungere della primavera, mostra ad un tratto tutta la sua potenza, tutte le forze concessele dal cielo per ricoprirsi, abbellirsi, colorarsi di fiori. Un altro, un militante clandestino spagnolo,
In una trattoria di terz’ordine napoletanaĮ un tubetto, anche minuscolo, di formaggioĭella gabbia di Pugacev segherei le sbarreĬorrere dietro un pallone con i ragazzi di Copacabana, Nelle mani di una vietnamita segnata dal pianto, Nè dei pastori che al gregge si conformano, Ma di certo neppure del gregge dei vigliacchi, Provare ogni malattia, ferita, deformità, Sotto il bisturi di tutti i chirurghi del mondo, Reminiscent of the Mo-dettes, early OMD or Algebra Suicide, X RAY POP could be the missing link to Stereolab.Īll songs have been remastered for vinyl by George Horn at Fantasy Studios in Berkeley directly from the original master tapes.Anche torturato in un carcere del Guatemala, Zouka’s pouting, tongue-in-cheek vocals (sung in French) come together for a catchy, sensuous, danceable, eccentric psychedelic ride.
The demos show a sense of humor, vitality and carefree playfulness. Their songs are short, concise and well structured richly textured, moving at a quick speed with hardly a pause.
TROJKA ALCOOL PLUS
“The Dream Machine” collects X RAY POP’s first three 7″ singles plus 8 songs from their demo cassette, never released on vinyl before. Upgrading their synthesizers and adding some saxophone and guitar, they recorded the “Alcool”/ “Amazone” 7″ in 1985 and the “DS”/” El Gato” 7″ in 1986. Influenced by Erik Satie, Brigitte Bardot, Suicide and Young Marble Giants, they call their music “minimum naive new wave.” Armed with a Casio PT-20 keyboard and a rudimentary Yamaha MR10 drum machine they recorded their demo cassette and first 7″ “Eurasienne”/ “La Machine à Rêver” in 1984. They got their start in the no wave art group Bocal 5 in 1981 and split off in 1984 to focus on their own brand of quirky synthesized electronics. X RAY POP are the synth-pop duo of Doc Pilot and Zouka Dzaza from Tours, France.
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